domenica 19 maggio 2019

UN PRETE NON DEVE FARE POLITICA

RUBRICA DI ATTUALITÀ
"Pensare fuori dalle Righe"



Un prete non deve fare politica … 
Un prete non deve schierarsi … 
Un prete deve rimanere sopra le parti: è padre di tutti …
Un prete non deve entrare nelle questioni di partito, deve occuparsi di fede, di morale …

Ecco … proprio per questo, da prete, sento l’urgenza impellente di dedicare la pagina della mia rubrica al nostro ministro dell’interno.
Sento – da prete – il dovere non di contestare una sua scelta politica (e ce ne sarebbero i motivi!), non di invitare alcuni a non votarlo (questo un prete non deve farlo!) … da prete sento di ripetere a lui un detto che la mia nonna mi ha insegnato da bambino: “Scherza con i fanti, ma non scherzare con i santi!

Ecco … il Tweet che qui sotto ritrovate, eco del pessimo comizio che il ministro ha tenuto ieri, fa davvero piangere il cuore. Strumentalizzare la fede in maniera così gretta, banale, irrispettosa, fa davvero tremare i polsi. Se il Signor Salvini è disposto ad utilizzare la fede per farsi scudo e andare avanti mi domando: “Non farà lo stesso anche con questioni di minor importanza?” Sì, perché per un cristiano – come egli si ritiene (forse dovrebbe tornare a catechismo), la fede, il rapporto con Dio è prioritario rispetto a tutto semplicemente perché dà senso a tutto.

Qualcuno dirà: ma che c’è di male nell’affidare la propria vita al cuore immacolato di Maria? Nulla, ma utilizzare la fede così, in tempo di campagna elettorale e durante un comizio, con tanto di Hastag “26maggiovotolega”, indica un’immaturità, una superficialità e anche una grettezza di cuore a dir poco impressionante.

Da prete – questo sono – mi tocca ricordare a Salvini la bellezza della Litania Lauretana nella quale ricordiamo Maria come “Rifugio dei peccatori” e “consolatrice degli afflitti”. Due titoli stupendi. Come lo è quello di “Regina dei cristiani”. Mi spiace per Salvini, ma, invece, nella Litania non c’è il titolo di “Madre del prima gli italiani” o “Regina dei porti chiusi”.

Si dovrebbe ricordare a quest’uomo che la fede è una cosa seria. Che la fede non esiste fuori dalla comunità ecclesiale, che ha dei suoi pastori, un suo insegnamento e che richiede una coerenza che necessariamente non può andare ad intermittenza e giusto nel periodo di campagna elettorale.
Sì, gli si dovrebbe dire – dico da prete – che è un “cristiano” incoerente.

Ecco queste cose gli si dovrebbero dire. Poi ognuno voti chi vuole. Ma con la fede … con quella non giochiamo e questo vale sia che ci si creda, sia che non ci si creda.

Io ho paura delle persone che giocano con le cose importanti, che non hanno limiti nel parlare, che pensano di essere i padroni del mondo. Ho paura di quei cristiani che odiano i fratelli, che li lasciano nelle loro povertà, che strumentalizzano la sofferenza per mostrare quanto sono bravi loro. 

Da prete questo lo posso dire. Perché in fondo un prete di questo si deve occupare no? Di dire la verità perché la verità – lo ricorda Gesù – ci fa liberi. E allora questa verità non la possiamo tacere: il Signor Salvini ha veramente superato il limite della decenza.

Ma da prete mi tocca anche tendere una mano perché Salvini è e rimane mio fratello. E allora? Due cose posso offrire alui: 1. La preghiera; 2. La disponibilità ad offrirgli un corso di catechismo. 


Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com






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