RUBRICA DI ATTUALITÀ: PENSARE FUORI DALLE RIGHE.
Nella vita sarà capitato o comunque
capiterà a tutti di fare esperienza di una relazione che non va come vorremmo o
al contrario di una che invece va proprio a gonfie vele. Forse un po’ meno
capita di domandarsi il “perché” profondo del successo o dell’insuccesso di una
relazione che ha al fondo il desiderio sincero di amare e di essere amati.
A mio avviso è una questione di posizioni
… in che senso?
Intessere una relazione con un’altra
persona vuol dire farsi prossima cioè avvicinarsi ad essa. Ora è chiaro che
ogni relazione è per se stessa diversa perché sono diversi i soggetti che la
vivono. Vi sono però delle categorie di relazioni: Amicizia, relazioni di
coppia, relazioni tra genitori e figli, rapporti di lavoro oppure di
convenienza.
Ecco … ognuna di queste relazioni si
caratterizza per una differente posizione che l’uno prende rispetto all’altro.
Facciamo alcuni esempi:
1) I
Genitori rispetto ai loro figli stanno, per così dire, in alto. Non solo perché
sono fisicamente più alti, almeno fino ad una certa età, ma perché essi
dall’alto della loro esperienza si presume/si spera possono educare i loro
figli per portarli in alto. Di
conseguenza i figli stanno in basso con gli occhi rivolti verso l’alto, verso i
propri genitori con quel desiderio costante di crescere per raggiungerli e
magari superarli. È il dinamismo dell’educazione: non uno che sta in alto
perché governi sul più piccolo, bensì perché lo aiuti a crescere e con questo
lo aiuti a “spiccare il volo” magari anche lontano da se stesso.
2) Gli
innamorati (fidanzati/sposi) “si interrogano continuamente sul loro amore […]
Gli innamorati stanno quasi tutto il tempo faccia a faccia, assorti nella
contemplazione l’uno dell’altro” (C.S. Lewis, I quattro amori, 62). Due
innamorati cercano nell’altro la propria metà e offrono se stessi come
completamento umano dell’altro. I due si approcciano l’uno all’altro con il
desiderio di poter diventare un “noi” escludendo la possibilità di avere con
altri una simile relazione.
3) Gli
amici “non parlano quasi mai della loro amicizia […] sono fianco a fianco,
assorti in qualche interesse comune” (C.S. Lewis, I quattro amori, 62). In
Questo genere di legame, al contrario del precedente, i due amici naturalmente
cercheranno altre persone che gli si possano affiancare nel cammino, che
possano cioè diventare loro amici. Non v’è esclusività nell’amicizia e,
infatti, l’esclusività rischia per essa, di diventare il più grande veleno.
4) Abbiamo
poi gli opportunisti. Essi si pongono alle spalle di una persona per studiarla.
Apparentemente sussurrano dolci consigli o parole, ma è solo per il momento del
suo bisogno: forse per colmare la sua solitudine, forse per raggiungere chissà
quale scopo. Al momento opportuno si allontanerà.
Insomma a partire dalla posizione che
assumiamo dinnanzi ad una persona viviamo un tipo di relazione diversa. Qual è
il dramma? Confondere le posizioni. Quando un genitore vuole fare l’amico, o
l’amico vive da innamorato (pur senza attrazione fisica); quando un figlio vuole fare il genitore o, il
cielo non voglia, quando il genitore vive da innamorato del proprio figlio;
quando un opportunista vive da amico o l’amico diventa un opportunista; quando
insomma si confondono le posizione iniziano i più drammatici guai relazionali.
Sì, perché senza accorgersene (può valere anche per l’opportunista) si creano,
nei confronti dell’altro, aspettative, che pian piano divengono attese e poi
pretese, le quali, una volta deluse, generano tristezza, discussioni, rancore
e, nei peggiori dei casi, rabbia ed odio.
Potrebbe capitare anche che ci sia
qualche relazione “ballerina” in cui uno dei due, o forse entrambi, assumono,
in stagioni diverse della relazione, più posizioni.
Io credo che in ogni relazione debba
valere il motto: “Stai al posto tuo”. C’è solo una relazione che fa eccezione nella quale si possono
assumere diverse posizioni. Quale?
V’è tra tutte un’altra relazione, quella
più alta. Ovvero quella con il Creatore. Lui sta certamente al di sopra di ogni
uomo in quanto è nostro Padre, ma è allo stesso tempo di fronte a noi perché ci ama e vuole che siamo una
sola cosa con Lui. Nondimeno sta al nostro fianco in quanto, facendosi uomo, ha
voluto camminare con noi, condividendo le nostre stesse gioie e i nostri stessi
dolori in vista di una comune meta: il cielo.
Il perché dell’eccezionalità di questa
relazione chi la vive lo comprende bene e chi non la vive può intuirlo. Essa è
la relazione che dà senso ad ogni relazione perché colma in partenza il nostro
desiderio naturale di essere figli, genitori, amici, amanti. Un uomo che avrà
fatto esperienza di questa relazione in modo maturo difficilmente, nelle altre
relazioni, sarà “ballerino” o instabile.
Quanto sia difficile trovare la giusta
posizione lo conosciamo tutti, quanto sia straordinariamente bello vivere al
proprio posto è ciò che invece vi auguro.
Giuseppe Fazio