Scendere in
strada non è una soluzione. Non risolve il problema, ma è anche un dovere
civico. Qui non è in gioco l'appartenenza ad un partito, ad una fazione o ad
ideale; qui sono in gioco i nostri diritto. Il diritto di poter dire che noi
non abbiamo nulla a che spartire con certa gente che ha fatto della propria
vita un inno alla violenza e alla morte. Non si tratta di stare al fianco di una singola persona, prete o politico che sia ... sarebbe troppo poco.
Noi dobbiamo dire no a questo cancro che impedisce lo sviluppo del nostro territorio, la serenità delle nostre famiglie e delle nostre attività commerciali come anche la pulizia del nostro ambiente.
Noi abbiamo
il diritto ed il dovere di dire pubblicamente che non abbiamo nulla a che
spartire con questi soggetti.
L'impegno
per la legalità è certamente qualcosa che riguarda il quotidiano, ma quando
questa viene calpestata pubblicamente, pubblicamente c'è bisogno di
rivendicarla.
Proprio ora che il nostro territorio è stretto in una morsa di furti, minacce, rapine ... proprio ora è il momento di dire un corale "no".
Chiudere gli occhi oggi potrebbe voler dire, anzi certamente è così, riaprirli domani quando sarà molto peggio.
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