domenica 1 ottobre 2023

LETTERA A MATTEO MESSINA DENARO

 LETTERA A MATTEO MESSINA DENARO

 

 

 

Caro fratello Matteo, 

 

 

 

         ammetto che associare la parola fratello alla tua persona un po’ i brividi me li fa percepire. Dalle parti nostre dire fratello ad uno vuol dire condividere qualcosa di importante, se non il sangue, il pane, la vita, un’esperienza forte. A ben pensarci, però, noi condividiamo lo Spirito Santo che ci è stato donato nel Battesimo; per cui è proprio così: siamo fratelli. 

 

         Dunque … caro fratello, te ne sei andato in cielo da diversi giorni per comparire davanti a Nostro Padre e lo hai fatto lasciando dietro di te una serie di misteri e di parole che a fatica si spegneranno. Alla fine, è stato ritrovato anche un tuo pizzino in cui dicevi di non volere funerali da una Chiesa corrotta e falsa.

 

         Caro fratello mio, questa mattina, in nome di quello Spirito che condividiamo, io ho disobbedito a questo tuo desiderio e con la comunità di cui sono parroco abbiamo celebrato l’eucarestia per te e per Giorgio Napolitano. Eh sì … perché magari è vero alcuni uomini di Chiesa – forse quelli che hai frequentato tu – sono corrotti, falsi e chi più ne ha ne metta, ma questa non è la Chiesa, ne è la sua negazione che anche tu, come Battezzato, hai favorito ad incrementare. La Chiesa che sperimentiamo noi, invece, è una Chiesa diversa in cui, anche se si viene insultati, proviamo (non è semplice affatto) a rispondere con la preghiera e con la misericordia. 

 

         Ben inteso le cose che ti attribuiscono a me fanno gelare il sangue al solo pensiero, sono ingiustificabili ed inammissibili. A gente come te, fin quando resta in vita, bisogna annunciare di “convertirsi e credere al vangelo”, ma una volta davanti al Padre io non posso non sentire il desiderio che, pur nella sua somma giustizia, Dio trovi il modo di salvarti. Perché se ci fosse un modo per il quale tu possa espiare tutte le tue malefatte ed essere restituito alla Chiesa puro e santo, beh … sarebbe una cosa grandiosa.

 

         Sai … proprio oggi – nemmeno a farlo di proposito – la seconda lettura tratta dalla Lettera ai Filippesi descriveva il fatto che Dio, l’onnipotente, il giusto, il santo si è fatto uomo, servo ed ha accettato la morte e la morte di croce proprio per i peccatori, per gente come te e come me, che, anche se non sono un mafioso ed un assassino, di gente, dalle mie parti, ne faccio soffrire con i tanti spigoli e durezze che porto nel mio cuore.

 

         Io non so cosa ti avrà detto il Padre quando ti avrà rivisto, ma so – perché ce lo ha rivelato il Figlio – che la Sua volontà è che tutti, ma proprio tutti, siano salvi. E per questo non ho potuto chiedere che si compia la volontà di Dio anche per te, che la Misericordia del Padre sia potuta entrare da qualche parte nel tuo cuore e abbia trovato un appiglio di salvezza.

 

         Del resto a scuola – e io che sono docente sto imparando – il professore si deve impegnare proprio con i peggiori e non con i migliori. Lo sa bene un altro Matteo, l’Evangelista, che, come te, era un po’ mafiosetto, poi incontrò lo sguardo misericordioso di Cristo e capì che valeva la pena seguirlo. 

 

Sai, Matteo, oggi la Chiesa – quella vera – celebra la ricorrenza di Santa Teresa la quale così scrive nel suo diario a proposito di un uomo molto simile a te: 

 

Sentii parlare di un grande criminale che era appena stato condannato a morte per dei crimini orribili: tutto faceva credere che sarebbe morto nell’impenitenza. Volli ad ogni costo impedirgli di cadere nell’inferno; allo scopo di riuscirvi usai tutti i mezzi immaginabili: capendo che da me stessa non potevo nulla, offrii al Buon Dio tutti i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della Santa Chiesa; infine pregai Celina di far dire una messa secondo le mie intenzioni, non osando chiederla di persona nel timore di essere costretta a confessare che era per Pranzini, il grande criminale.

 

            Mi sento incoraggiato dall’aver pregato oggi per te perché mi piace pensare che ad intercedere con noi ci fosse proprio Santa Teresa e che anche questa volta abbia ottenuto la grazia che tanto desiderava da bambina per un altro criminale. E questo non perché tu la faccia franca un’altra volta, ma perché nel Paradiso se al Padre mancasse anche uno solo dei suoi figli provocherebbe un dolore eterno e io che mi sento suo figlio come potrei gioire se Lui stesso soffrisse?

 

            Ecco, Matteo, fratello carissimo, tu ci hai chiamati falsi e corrotti e noi abbiamo voluto pregare per te, per la tua famiglia, per i tuoi “devoti”. Abbiamo pregato perché la tua morte sia occasione di conversione per te e per tutti loro. In fondo non è la giustizia che ci restituirà indietro le persone che ci hai tolto, ma solo la misericordia di Dio e non di certo su questa terra. 

 

            Sarebbe davvero il Paradiso se tu – pentito – potessi riabbracciare le tante vittime della tua violenta barbarie chiedendo loro perdono e abbracciandole di cuore . Quel Paradiso in cui “la mucca e l’orsa pascoleranno insieme, il leone si ciberà di paglia e il bambino metterà la mano nel covo dei serpenti velenosi senza temere male” (cf. Is 11,6-8). Sarebbe davvero bello … del resto – mi domando - non è questo quello che noi chiamiamo Regno di Dio e che il Figlio ci ha annunciato dalla croce quando anche lui ha pregato per i crocifissori? 

 

 

Don Giuseppe Fazio

Gfazio92@gmail.com