martedì 30 giugno 2020

CARNE DI GATTI PER TUTTI

 RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"






Sono di queste ore le immagini, registrate a Livorno, che ci mostrano un fratello immigrato nell'atto di preparare, in pieno giorno, la sua cena a base di carne di gatto.
Il video, condiviso a mio avviso con parole poco intelligenti dall’On. Giorgia Meloni che ha sfruttato l’occasione per fare la propaganda politica alla quale ormai ci siamo abituati da tempo, ci ha consegnato anche le parole sdegnate di alcuni passanti. Parole condite, come d’uopo quando si parla di immigrati, da insulti e volgarità.

Non voglio entrare nel merito della questione se questo signore fosse regolare, clandestino, ecc … voglio fermarmi al fatto consegnatoci dalle immagini.

Un uomo di colore cucina della carne di gatto per cenare (questo si evince dal video). Ora, premesso che non mangerei mai un gatto perché non fa parte della mia cultura, mi domando: davvero è questa la cosa scandalosa e incivile, violenta e immorale? Tengo presente, e io ho amici italiani che lo fanno, che anche dalle nostre parti alcuni mangiano carne di gatto.

Fatemi capire … nelle vostre case non mangiate carne di nessun genere? La Signora Meloni è vegetariana o vegana? Non avete un parente che va a caccia o a pesca? E sono degli orchi brutti da stigmatizzare verso i quali non “usare alcuna tolleranza”(cfr. Giorgia Meloni)?

Proprio in queste ore in cui si sta discutendo la legge sulla transomofobia i nostri politiconi, che da tempo hanno derogato l’uso della ragione in favore del demagogismo, stanno mettendo in piedi una serie di riflessioni (chiamiamole così) sulle discriminazioni culturali. 

Ora fermi tutti … se un uomo o una donna, per la sua cultura personale, decide di passare da Francesca a Francesco, o viceversa, nessuno può dire che sia un’assurdità perché è una questione culturale/personale - dicono. Se, invece, un uomo probabilmente abituato a mangiare gatti per una questione culturale o forse di necessità, lo fa in occidente, è una bestia. Questa non è discriminazione culturale? 

Io vorrei che gli amici animalisti, e insieme a loro tutti quelli che si sono scandalizzati per questo gesto, mi spiegassero la differenza tra un maiale e un gatto. Perché ammazzare l’uno (con dei riti suggestivi tra l’altro) va bene e l’altro no. Mi si dirà: è solo una questione culturale. Appunto. E allora davvero serve scatenare tanta violenza contro questo povero ragazzo che, a mio avviso, ha sbagliato in una sola cosa, ovverosia fare quel teatrino in un luogo pubblico? 

Forse il nostro G. Orwell risponderebbe dicendo: Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. 
E certamente, nel contesto della sua celeberrima opera (animal farm), non sarebbe mica contento di rispondere così.

Io onestamente, giorno dopo giorno, rimango sempre più basito dal qualunquismo con il quale si approcciano le questioni quotidiane percepite e rilanciate soltanto attraverso gli istinti e le emozioni soggettive. Da bambino credevo che mia madre e mia nonna fossero due bestie assetate di sangue perché uccidevano i conigli (che poi, però, mangiavo con gusto).

Da bambino … ma forse è proprio questo il punto: non voglio rassegnarmi a credere che siamo una società infantile.




Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com