venerdì 16 febbraio 2024

Liberaci dal demonio, ma è meglio se ci mostri il tuo volto, Signore!

  

            Man mano che le ore passano i dettagli sulla strage di Altavilla rivelano qualcosa di davvero inquietante che forse sarebbe giusto non sapere. È in queste circostanze che mi dico che forse faccio bene a non avere una televisione in casa. È davvero triste, infatti, questo giornalismo che pur di vendere notizie specula su sofferenza e dolore, alimentando rabbia, rancore, e violando quei pochi resti di dignità in una famiglia distrutta dalla follia. 

 

            Sul fatto si possono dire tante cose: che questo uomo fosse un malato mentale, che fosse un esaltato, perverso, ignorante e tant’altro. E forse, con queste valutazione, si coglierebbe anche un aspetto della situazione. Al di là di tutto ciò, però, urge una riflessione.

 

Ci troviamo in un contesto in cui il divino, l’alterità è ormai messo ai margini. Tutto ciò che sa di spiritualità rimanda per la maggior parte al medioevo (si conoscesse per davvero cos’era il medioevo!) eppure, statistiche alla mano, tutto ciò che ha a che fare con il magico, il mistico ed il demoniaco fa registrare un’impennata di interesse. Le chiese sono vuote (non solo quelle cattoliche), mentre i santoni, maghi e cartomanti o presunti sensitivi sono pieni di seguaci di tutte le età e gli strati sociali.

 

            Come è possibile? Questa strage, compiuta per purificare dalla presenza del demonio, dimostra, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che ogni uomo sente la necessità di spiegare con qualcosa che sia oltre se stesso l’assurdità del dolore, del fallimento e delle proprie povertà. Il punto è che se tutto deve essere spiegato sempre con la psicologia, la razionalità e la scientificità alla fine rimane qualcosa che non si può spiegare per cui, in assenza di una robusta e intelligente spiritualità, si finisce per cadere nelle mani di pazzi o, peggio ancora, mal intenzionati pronti, nel migliore dei casi a fare soldi, sull’ignoranza e la fragilità di molti. Nel 2020, ma pare siano aumentate le cifre, ben trentamila italiani hanno frequentato maghi e cartomanti. Una cifra impressionante se si pensa che in quel periodo la crisi pandemica aveva allargato le frange della povertà e delle ristrettezze economiche. Del resto i più grandi ricordiamo ancora la famosa Wanna Marchi la quale dichiarò, in pochi anni, di aver accumulato un patrimonio impressionante speculando in affari riguardanti magia, cartomanzia ed altro. È davvero assurdo poter pensare che delle carte ti rivelino il futuro o che possano risolvere i tuoi problemi di lavoro o di affetto. Eppure, l’uomo del ventunesimo secolo così evoluto non ce la fa a non cedere a questo non senso perché assiste in modo disperato al vuoto che si porta dentro. E deve, per forza di cose, trovare un appoggio, una via di uscita a ciò che il razionale non riesce a cogliere.

 

            L’esigenza di Dio, dell’Oltre, del sublime è del resto scritta nel cuore di ogni uomo, anche del più (presunto) ateo. Se da quando l’uomo ha messo piede sulla terra ha sempre cercato un contatto con qualcosa di più grande, con buona pace di Feuerbach, non si è trattato di proiezioni al fine di sublimare l’imperfezione, ma di un richiamo inscritto nel profondo del cuore. Di fatto ognuno di noi tende a relazionarsi con questo richiamo cercando di riempire il vuoto che si porta dentro. È per questo che sarebbe più corretto dire che non esistono atei. Ognuno ha un “dio”, alcuni semplicemente divinizzano se stessi o i propri beni. 

 

            Tuttavia, quel vuoto, che è anche un desiderio, non può essere riempito da niente e da nessuno se non da un amore che o è infinito o finisce per non saziare veramente. Quel desiderio di essere liberati dal male, come infatti preghiamo nel Padre Nostro, è il desiderio di un amore che mi faccia andare oltre il fallimento ed il dolore che spesso ci frustrano. 

 

            Non sembri assurdo, né retorico, che quando Dio sparisce dal cuore dell’uomo tutto perde il suo senso, il suo colore a tal punto che tutto può diventare così brutto da pensare che l’unica via di fuga dal male, dal maligno, è il male stesso, come la strage di questa famiglia ci ha tristemente mostrato.


            Allora non ci resta da implorare davvero Dio: sì, liberaci dal Demonio che esiste e lavora nei cuori nostri, ma è più urgente che tu ci mostri il Tuo volto, Signore. Perché se ti mostri davanti ai nostri occhi malati e confusi, smetteremo di andare dietro alla follia!



Don Giuseppe Fazio

gfazio92@gmail.com