Un capretto in un sacco della spazzatura
è ciò che don Ennio Stamile, referente per la Regione Calabria di Libera, si è
ritrovato appeso allo specchietto della sua macchina, al termine di una cena
con amici proprio la sera dell’epifania. Un gesto strano che si è consumato in
una strada molto praticata e a pochi metri di distanza da un bar altrettanto
frequentato. Certamente non si è tratta del dono di uno dei magi o di un errore
di consegna, tantomeno di uno smarrimento.
Una volta si diceva: “la bocca parla
dell’abbondanza del cuore”, mi piace allora parafrasare questa frase
modificandola così: “le azioni parlano dell’abbondanza del nostro cuore”. Sì,
perché in fondo queste persone probabilmente hanno il cuore di un capretto che,
per quanto docile sia, rimane pur sempre un animale.
Penso di interpretare bene i sentimenti di
don Ennio se mi permetto di dire che, al di là degli attestati di solidarietà
che in queste ore si stanno GIUSTAMENTE rincorrendo sui social e non, ciò che
questo ulteriore gesto di inciviltà e di violenza deve provocare è una PROFONDA
RIFLESSIONE.
Credetemi: non è retorica del momento.
Questi violenti, infatti, si permettono ancora, con tanta prepotenza e
arroganza, simili gesti perché in fondo “CUORI DI CAPRETTI” in giro per le
nostre strade ne stanno tanti.
E’ il cuore di chi vede e non parla, di
chi continua a pensare che in fondo la mafia dona lavoro, che almeno essa
garantisce ordine e giustizia; di chi pensa dall’alto della propria ignoranza
che persone come don Ennio queste cose se le sono meritate perché, in fondo,
bastava stare in silenzio.
Sono certo che don Ennio non perderà,
dopo questo gesto infame, la sua voglia di continuare a lavorare e ancor di più
il suo sorriso perché entrambe le cose hanno come fondamento un tizio di nome
Gesù Cristo che certo non ha avuto paura della violenza e della morte, anzi le
ha affrontate e vinte.
Vorrei essere altrettanto certo che
questo ennesimo gesto possa causare un “infarto” (metaforico ovviamente) a
tanti cuori di capretti; vorrei esserlo, ma onestamente non lo sono. Tuttavia
lo spero vivamente. La speranza, infatti, non sarà MAI spazzata via né da
pallottole, né da capretti!
Spero che questo miracolo cardiologico
avvenga a livello delle istituzioni, ma anche e soprattutto tra i singoli
cittadini: anziani, adulti e giovani.
In fondo il problema è sempre stato
questo: decidere di avere un cuore da capretto o un cuore umano. Tu che cosa decidi?
Vi auguro con tutto il cuore, un cuore
che si sforza, seppur con tanti limiti, di essere umano, che questa domanda vi
tolga il sonno almeno fin quando non abbiate preso una seria decisione.
Lo auguro a tutti: politici, religiosi,
magistrati, cittadini onesti e disonesti, lo auguro anche a voi che vi illudete
di comandare, così come lo auguro ai vostri familiari che vi stanno intorno a
volte sostenendovi a volte con il desiderio, sempre represso, di fuggire. Noi,
anche se non siamo cardiologi, qualora questo arresto cardiaco dovesse
verificarsi, saremo pronti a venirvi incontro.
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