giovedì 2 maggio 2019

UN GIORNO DI SPERANZA (Sul 1° Maggio) ...


RUBRICA DI ATTUALITÀ
"Pensare per sperare"



“L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Queste sono le parole iniziali che vanno a comporre il primo articolo della nostra amata costituzione, quella per cui abbiamo lottato tanto e che ci ha concesso i diritti che oggi come oggi hanno perso il loro valore e il loro significato, soprattutto per noi giovani.
Uno dei diritti che appunto sta "scadendo" è proprio quello del lavoro. La nostra costituzione lo mette in primo piano perché in quanto il suo compito è quello di custodire la nostra dignità di cittadini. Per tale ragione la prima dimensione che menziona e difende è quella del lavoro.
Il giorno del lavoro, il primo maggio, è importante non solo perché si festeggia questo diritto vitale, ma perché ci dà speranza di credere che per noi giovani forse c'è una possibilità di fare quello che amiamo nel nostro paese, senza andare all'estero.                                            
Purtroppo, infatti, qui in Italia, e soprattutto al sud, il posto lo trovi solo se sei figlio "di" o se conosci qualcuno. Sorge spontanea allora la domanda: perché rimanere qui dove non c'è niente da seminare e da raccogliere? Perché rimanere qui ed essere umiliato quando vedi che il lavoro ti viene soffiato sotto il naso?
E no, non sto parlando degli immigrati, perché alle nostre latitudini coloro che rubano il futuro ai giovani meritevoli sono proprio quelli che, come dicevo pocanzi, anche se non sono qualificati, hanno mamma e papà alle spalle con tutte le loro conoscenze e il conto in banca al seguito.
Il primo maggio è importante perché da speranza... speranza che un giorno forse ognuno di noi otterrà quello che gli spetta senza raccomandazioni o altro. 
Il primo maggio mi dà speranza di credere che un giorno, fra non molto, io e i miei coetanei non dovremo andare in America per essere valorizzati, ma potremo restare in Italia così da poterla cambiare e renderla un posto migliore.
Questo primo maggio lo dedico a me, a chi difende il posto di lavoro, a chi lo cerca, a chi lo ha perso, a chi da precario esige diritti. Perché – ricordiamocelo - il lavoro è dignità, e nessuno potrà mai deve potercela togliere. 
E oggi, per concludere, non voglio augurare un semplice "buon primo maggio", ma vorrei augurare a tutti il migliore lavoro: uno nel quale ognuno riesca a trovare la propria dimensione e, per questo, ad esprimere il meglio che ha e, soprattutto, che è. 



Francesca De Seta
ortensiadeseta@gmail.com





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