sabato 4 maggio 2019

CROCI NEI CIMITERI? NO, GRAZIE.

RUBRICA DI OPINIONE
"Agorà: piazza di discussione"



"Vi sono due cose durevoli che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali"
La sopracitata locuzione è appartenente ad un proverbio della saggia Cina, la quale intende chiaramente cosa un educatore debba darei ai propri figli/allievi: la trasmissione delle proprie origini, ma anche le "ali", ovvero la capacità di progredire, tuttavia, senza dimenticare le proprie origini, dunque usi, costumi, credi e chi più ne ha più ne metta. 
Il problema, però, dove risiede? Quando per l’eccessivo e l’incosciente utilizzo di queste “ali”, con il “volare” altrove, il “volare” verso mete appetitose per i nostri portafogli - anche per il nostro ego – si dimentica di essere Italiani. Si, Italiani con la “I” maiuscola, perché non c’è nulla di più bello che esserlo. 
Nonostante ciò, c’è qualcuno che non la pensa così. Infatti è di due giorni fa, circa, la notizia secondo la quale una consigliera regionale del Veneto ha proposto di coprire qualsivoglia simbolo cristiano per non urtare la sensibilità di coloro che portano dentro di sé altri culti, rifacendosi all’uso di “tendine amovibili, che salgono e scendono, per coprire temporaneamente i simboli religiosi”. L’uso di tali tendine, inoltre, sembra essere allargato agli uffici pubblici (coprire temporaneamente, con l’entrata di soggetti non cristiani, crocifissi e altro) e ai cimiteri, con la rimozione di alcune croci. 
Atti del genere non sono nuovi alla cronaca, in quanto già in passato si era parlato di rendere il bambino Gesù di colore, di abolire il presepe o di rimuovere i crocifissi dalle aule didattiche… 
Sia chiaro, il seguente articolo è di opinione e non ha nulla a che vedere con “l’evangelizzare” il prossimo: ogni individuo (bianco, nero, giallo, verde ecc…) è liberissimo di scegliere il proprio credo e/o di portare avanti le fondamenta religiose che la sua nazione detiene. Semplicemente, il campanello di allarme suona in queste situazioni quando neanche i “non cristiani” (atei, musulmani, buddisti e così via) hanno proposto di attuare simili provvedimenti verso i noti simboli cattolici. Nessuno, quantomeno fino ad oggi, si ritiene urtato da un crocifisso! Lo scopo di questo scritto non è di sviluppare polemica, ma di creare una semplice e civile discussione nei commenti… Dunque, cosa ne pensate di ciò? Fatecelo sapere.


Aldo Maria Cupello
aldocupello6@gmail.com


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