giovedì 1 febbraio 2018

VORREI RIPOSARE...

RUBRICA "IL MONDO INTERROGA LA FEDE- LA FEDE INTERROGA IL MONDO"


“Francesco, uomo di Dio, sentendosi pellegrino nel corpo lontano dal Signore, cercava di raggiungere con lo spirito il cielo [...]. Trascorreva tutto il suo tempo in santo raccoglimento, per imprimere nel cuore la sapienza; […] Cercava sempre un luogo appartato, dove potersi unire non solo con lo spirito, ma con le singole membra, al suo Dio.” Vita seconda, Tommaso da Celano
Tra pochi giorni inizierà una nuova quaresima, un nuovo tempo propizio per fermarmi, per cercare ancor di più il nostro silenzio, per mettermi in ascolto di Te e di me stessa. Quel silenzio che il nostro mondo frenetico e ansioso teme e sfugge, perché il silenzio, il raccoglimento è tempo che si spreca in un mancato guadagno, in un mancato fare, in un mancato esprimersi ed è dunque vita che sfugge. Prevale un senso di alienazione anche quando l’esistenza è priva di grosse sofferenze o prove importanti, anche là dove sembra sia tutto a posto. Perché anche l’essere umano che ha tutto, se non ha Te cercherà sempre con disperazione seppur inconsapevolmente l’amore, la sicurezza, l’accettazione, la forza e il senso. 
Vorrei riposare un po’ dal mondo, Signore: dalle relazioni interumane e dalle abitudini che mi distraggono da Te e dalle mie mete; riposare dalle opinioni facili e prive di sostanza dell’osservatore di turno; riposare dall’essere ciò che gli altri vorrebbero che io fossi. Vorrei riposare dal cercare di corrispondere alle attese altrui, dai pensieri di coloro che mi ritengono inadeguata o mai sufficiente, ma anche dalle mie proprie attese nei confronti del prossimo, da ogni rivendicazione; voglio riposare da coloro che egoisticamente mi chiedono sempre di più noncuranti delle mie esigenze, dai bacchettoni, da coloro che hanno il riflesso innato ad esprimere giudizi mai richiesti, abituati a vedere solo ciò che vogliono e che a loro fa comodo vedere. Vorrei riposare da chi pensa che un ultimo arrivato, uno straniero o un’appartenente a chissà quale altra categoria inventata possano essere privati dai diritti essenziali, quali esprimere i propri disagi ed esigenze. Vorrei riposare, Signore, da coloro che si comportano come se gli “stranieri” non fossimo figli, figlie, sorelle, fratelli, nipoti o zii, con imprescindibili doveri verso le famiglie lontane. Vorrei riposare anche da chi vede oggi nel cristiano colui che deve sopportare in silenzio secondo la logica sbagliata che il cristiano non deve pretendere nulla e non si deve lamentare mai. Costoro ignorano che essere seguace di Cristo non sia sinonimo di essere succube; il cristiano è la persona più libera al mondo perché le sue ginocchia si piegano solo dinanzi a Dio. E non è mai straniero perché ovunque Tu lo mandi diventa per lui casa. Il cristiano non è un masochista, non sopporta sofferenze ed umiliazioni inutili, senza un significato. Concedimi di poter riposare in Te anche dai pesi inutili dei quali con audacia ho riempito la mia esistenza, affinché l’anima possa alleggerirsi e possa accoglierti sempre di più e sempre meglio. 
Vorrei riposare, Signore, perché mi sto innamorando ogni giorno di più: delle mie scelte, di come Tu mi hai creata, di tutte le particolarità che mi hai donato, anche di quelle scomode o che non mi sono mai piaciute. Mi sto innamorando dei sogni che mi hai seminato dentro, del mio modo primitivo di essere, del sapore della libertà del quale abbondantemente mi hai plasmata. Mi sto innamorando ogni giorno di più del mio modo antiquato di camminare tra mode e correnti di pensiero con la convinzione che non servano i consensi dei molti per vivere i propri ideali; così come non serve rientrare in un determinato canone per avere un’identità. Mi sto innamorando ogni giorno di più delle mie radici, di chi mi ha messo al mondo, di chi mi sta accanto, degli affetti lontani e di quelli che ora sono con Te e accanto ai quali non sono potuta essere vicina per stringere loro la mano nel momento del dolore. Mi sto innamorando della semplicità in ogni aspetto della mia vita, perché la scopro sempre di più come soluzione universale di molti problemi; ritrovo nella semplicità la bellezza perfetta, più sincerità, più nobiltà, più tolleranza. Mi sto innamorando ogni giorno di più di Te, mia pace, mia sorgente di ogni bene.
“Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; e io mi lascerò trovare da voi e vi farò tornare dalla vostra cattività”, “Io sono il Signore, non cambio”, dicesti per bocca dei profeti. Sei l’unica costante di questo tempo in cui tutto è mutabile e tutto può essere negoziato, persino la vita stessa. Ho bisogno di fermarmi un po’ per scendere dal comando di me stessa e riconsegnarti la guida. Come il padre serafico ho la necessità di ascoltarti, di obbedirti, di lasciarmi plasmare, di viverti affinché Tu possa operare in me. Potrei così andare incontro ai fratelli con maggiore disponibilità e umanità, con maggiore forza per affrontare la quotidianità, lasciando cadere come veli la prepotenza, le paure, l’ira generata dai pensieri e dai dolori mai espressi. Questo è il tempo in cui potresti guarirmi da tutto ciò; è il tempo in cui potrei guarire, se veramente lasciassi fare a Te. Vorrei che quelle braccia spalancate sulla croce si chiudessero in un abbraccio eterno dal quale non mi sia più possibile liberarmi per restare lì, sempre unita a Te. 
“Non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente. Ma di quanta dolcezza sarà stato inondato, abituato come era a questi trasporti? […] Solo chi ne ha esperienza lo può sapere; ma è negato a chi non l'esperimenta.” Vita seconda, Tommaso da Celano



Andreea Chiriches Leone





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