sabato 3 febbraio 2018

CI VOGLIONO EROI, NON SUPER-EROI

RUBRICA DI ATTUALITÀ: PENSARE FUORI DALLE RIGHE. 



Non di rado sentiamo dire, e lo abbiamo detto tante volte anche su questo blog, che il mondo non ha bisogno di eroi. Oggi voglio affermare il contrario per offrirvi uno spunto di riflessione che mi è suggerita niente di meno dalla famosa saga di Harry Potter.

Nella celebre storia raccontata dalla Rowling assistiamo ad un lento e graduale cambiamento di scenario: se nei primi tre/quattro libri/film i protagonisti assoluti sono Harry, Hermione e Ron, pian piano negli altri libri si vede una crescente partecipazione degli altri personaggi nella lotta contro il male a tal punto che quello (Neville) che sembrava uno stupido, incapace di sistemarsi anche delle cuffie sulle orecchie, può permettere ad Harry di sconfiggere, nell’ultimo libro, il cattivo Voldemort.

Per spiegare quello che voglio dire vorrei giocare con l’etimologia di “Eroe”. Sebbene questa parola in greco richiami personaggi valorosi, semi-divinità, essa si avvicina anche ad un altro campo semantico. Quello dell’amore. Mi piace immaginare, allora, che l’eroe sia colui che ama e mostra il suo amore con ciò che compie.

Se assumiamo questa sfumatura semantica che, lo ammetto, è arbitraria, capiamo subito l’importanza di tali personaggi. Gesù in questo senso fu un grande eroe, inimitabile, in quanto egli stesso è Amore (come ricorda la prima lettera di Giovanni). In Lui l’amore si è fatto carne.

Qual è il problema? Che spesso, poiché in pochi sono disposti a far diventare il loro amore carne, azioni concrete, visibili, pubbliche (non perché ostentate), quotidiane, queste persone vengono isolate. Si verifica così un processo di osmosi negativo: non è l’amore di queste persone a contagiare gli altri, ma la paura, la rassegnazione o, peggio, l’invidia dei molti a spegnere, accantonare o a sminuire l’amore di queste persone.

Per ritornare ad Harry Potter … quando l’amore di Harry, insieme a quello di pochi altri, convince il ministero della magia che c’è un male da combattere, tutti gli altri diventano eroi e così Harry diventa uno tra gli altri e non più uno sugli altri.

Si capisce bene allora quale sia la differenza tra un eroe (nel senso indicato) e un super-eroe. L’eroe cerca la collaborazione, invita gli altri a collaborare, lavora in questo senso, mentre il super-eroe vuole ergersi al di sopra degli altri per mezzo dei suoi super poteri.

Sì, abbiamo bisogno di questo tipo di eroi perché ogni cuore si accenda e perché ognuno possa essere “eroe del quotidiano”. Del resto impariamo ad amare attraverso le testimonianze di chi ci ha preceduto, di chi ci ha amato.

Quanta tristezza ci sia nell’isolare un eroe, farlo diventare un mito  o, peggio, nel denigralo, a causa di rabbie, rancori o invidie, la storia ce l’ha insegnato. Allo stesso modo la storia ci ha insegnato quanta bellezza si propaga quando un eroe, una persona che ama e sacrifica la propria vita, diventa segno, esempio, incitamento a camminare sulle vie della bellezza, della bontà e del giusto.


D’altronde la Chiesa, che è madre e maestra, quando canonizza una persona, fa proprio questo: indica al mondo persone che hanno fatto diventare l’amore di Dio carne, per mostrare che, se ci sono riusciti loro, ci possono riuscire tutti.


Don Giuseppe Fazio




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