sabato 2 dicembre 2017

Una passeggiata notturna (sulla prostituzione)

Rubrica di Attualità: Pensare fuori dalle righe.
(I viaggi del nostro amico immaginario, ma non troppo ...)




Questa sera ho deciso di fare una bella passeggiata, vuoi perchè fa caldo, vuoi per ammazzare l'ennesima serata d'estate, insomma mi son detto: una camminata all'aria fresca ci sta, e poi sei in un posto nuovo e questa città non la conosci. Così accompagnato da questi pensieri ho iniziato a passeggiare senza una meta precisa, senza particolari intenti se non con quello di rilassarmi un pò.
Cammina, cammina si fa più o meno tardi, sono le 23:00 in punto ed io penso di esser arrivato in un quartiere non troppo raccomandabile. Cosa me lo fa pensare? Poca gente in giro, ragazzi negli angoli a fumare chissà cosa, ma soprattutto quasi ad ogni angolo del quartiere una ragazza, più svestita che vestita, "cerca un passaggio". La scena mi colpisce profondamente: sembra quell'immagine che tante volte da bambino in diversi film ho potuto vedere come una realtà lontana da me, forse esistente soltanto in un immaginario collettivo.
E' una scena triste se poi considero che i "passaggi" di certo questa sera, e non solo almeno credo, non mancano. Tanta gente, forse anche sposata, è disposta a comprare per qualche ora il corpo di una di queste povere ragazze che, forse costrette da qualcuno, forse costrette da questa società in cui il profitto viene posto dinnanzi a tutto e a tutti, finanche dinnanzi alla persona, a tal punto ch’esse son costrette ad esporsi, come in vetrina, ostentando certo finti ed accattivanti sorrisi.
Così cammino pensando: che miseria che siamo. Certo non condivido l'atteggiamento delle ragazze, nè tantomeno quello dei clienti, ma non so perchè, o forse sì, mi sovviene in questo momento, non l'indignazione o la rabbia, bensì la preghiera di san Francesco d'Assisi il quale era solito ripetere: “Signore, tienimi la mano in testa, perchè altrimenti sarei capace di fare un figlio con una prostituta”.
Quanto è vero -dico tra me e me- siamo proprio una miseria lontani dal Signore, e questa non è una frase di circostanza, lo siamo realmente non fosse per altro se non perchè perdiamo la capacità di vederci e di vedere gli altri nella pienezza del nostro stato, cioè persone, figli di DIo, che abbiamo una dignità che non può essere calpestata da nessuno, neppure da noi stessi.
Sto pensando a tutte queste cose quando una ragazza di queste, alla quale mi ero avvicinato percorrendo il suo stesso marciapiede, mi rivolge parola: ciao, ti va? Alcuni istanti di silenzio: la guardo, lei mi sorride, i suoi occhi sembrano il palcoscenico di chissà quale opera teatrale che ogni sera inizia su un marciapiede con quel sorriso e termina magari nella solitudine di una stanza con qualche lacrima. La osservo e il suo sguardo m'interroga. Poi rispondo: No, grazie. Per me il tuo corpo non è un oggetto.
Come scusa? - mi risponde forse spiazzata, forse perchè non aveva ben sentito - Le ripeto: per me il tuo corpo non è un oggetto.
Ancora qualche interminabile istante di silenzio: sembra spaesata da quella risposta che forse non si era mai sentita dare e che neppure io sapevo da dove mi fosse venuta. E poi dicono che lo SPirito Santo non esiste. Attimi interminabili di silenzio poi risponde: "Se tu vuoi ..." Nuovamente rispondo: no, non voglio ... buona serata. Così facendo mi volto indietro e mi avvio a casa.
Quel "se tu vuoi" mi rimbomba nelle orecchie e nel cuore ... mi sembra di conoscerlo quel "se tu vuoi" ... è quello che continuamente la televisione, i media, la società ci propinano. Se tu vuoi puoi scegliere come sarà tuo figlio, se tu vuoi puoi farti impiantare l'utero anche se sei un uomo, se tu vuoi puoi drogarti, se vuoi puoi abortire, così lei: se avessi voluto il suo corpo sarebbe potuto diventare per me un oggetto ... BASTA VOLERLO. Ma è proprio vero che tutto ciò che si vuole è lecito? Che domanda tanto semplice, tanto difficile.
Tante volte capita di pronunciare o ascoltare questi discorsi: non dobbiamo essere egoisti, non dobbiamo fare questo o quell'altro. Ma poi? Poi dinnanzi alla mia volontà, ai miei gusti e ai miei desideri tutto e tutti si devono fermare.
Sono quasi arrivato a casa quando nuovamente quello sguardo mi ritorna dinnanzi, così come ancora quel "Se tu vuoi" mi ritorna nelle orecchie. E' tanto diverso da quel "Se tu vuoi Signore puoi guarirmi" pronunciato dal lebbroso. E quanto è diversa la risposta di Gesù: "Si, lo voglio. Sii guarito".
Giunto a casa tra questi e mille altri pensieri mi dico che infondo non è stata una passeggiata sprecata perchè mi era stata sbattuta in faccia una verità che spesso dimentico: siamo così bisognosi di essere guariti e Gesù vuole farlo, ma quante volte non glielo consentiamo perchè vogliamo altro!



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