Marylin Manson? Un povero diavolo …
Negli ultimi giorni diverse testate e non pochi
social media si sono concentrati sull’annunciata presenza di Marylin Manson
alla trasmissione (“Music”) diretta da Paolo Bonolis su canale 5. Tale
questione è passata agli onori della cronaca in modo particolare dopo la
dichiarazione dell’associazione internazionale esorcisti che addirittura ha
fatto appello allo stesso conduttore per ritrattare tale comparsa nella sua
trasmissione. A proposito di questo vorrei offrirvi una mia riflessione.
Prima però concedetemi alcune premesse:
a)
Non
conosco artisticamente il valore di Marylin Manson per cui non è di questo che
voglio parlare;
b)
Non
voglio nemmeno commentare l’intervento degli esorcisti che, pur condividendo
per diversi motivi, a mio avviso ha dato alla cosa più notorietà di quanta non
ne avrebbe avuto se avessero taciuto;
c)
Le mie
riflessioni si vogliono snodare esclusivamente a partire da quella che è stata
l’intervista che Bonolis alla fine ha serenamente realizzato con Marylin Manson
e che ho potuto recuperare su You tube.
Anzitutto
devo dire che da una tale intervista mi sarei aspettato qualcosa di più
interessante. Anche se Bonolis aveva pensato delle domande abbastanza precise,
l’artista in questione non poche volte le ha eluse con grande eleganza.
Ci sono tre aspetti sui quali vorrei
soffermarmi per poi trarre una conclusione, lo ammetto, superficiale e forse
anche un po’ superba. Sono tre domande, forse le più interessanti, dalle quali,
nel corso dell’intervista, il cantante si è abilmente smarcato.
a)
Il
Manson dice che “San Valentino è un giorno tragico”. Bonolis gli domanda:
Perché? Cosa c’è di tragico? Ora, sebbene la sua risposta alla domanda di
Bonolis sia stata molto vaga, e sebbene davvero san Valentino sia tragico per
lo stupido consumismo che si verifica ogni anno in quel giorno, ciò che mi ha
colpito è stato quel cinismo emerso quando lui parla “delle carte che i bambini
si scambiavano a san Valentino” e che lui ricorda quasi con una sorta di
disgusto. Sono stato colpito da questo particolare che probabilmente tradisce
delle ferite d’infanzia o dei brutti ricordi. La domanda che mi è sorta dentro,
ascoltandolo, è: si può avvertire ribrezzo contro il consumismo degli adulti,
ma quel tenero scambiarsi cartoline d’amore da parte dei bambini come si fa a
dire che è tragico? Evidentemente alla fine, forse per non dire il vero motivo,
lo stesso cantante conclude la risposta dicendo: “non lo so nemmeno io da dove
è anto questo sentimento”.
b)
La
seconda strana domanda elusa da Marylin Manson è quella circa le sue
inquietanti collezioni di protesi (delle quali ha una sorta di “santuario”,
come lui stesso ha detto in un’intervista) e occhi di vetro. Immaginatevi di
entrare nella casa di un vostro amico e di scoprire che ha una stanza piena di
braccia, teste, gambe, feti e dall’altro lato scatolette di alluminio. Non sono
tanto sicuro che ci ritornereste molto volentieri, ma al di là di questo, ancora
una volta mi sono domandato: perché? Ammetto che dinnanzi a questa peculiarità
sono rimasto sorpreso e sbigottito allo stesso tempo.
c)
La terza
e ultima domanda sulla quale vorrei porre attenzione è quella che aveva come
oggetto il tatuaggio che Manson porta sulla mano: il cosiddetto sigillo di
satana. Quando l’intervistatore domanda il perché di quel tatuaggio e che senso
avesse, l’artista risponde serenamente dicendo: “Satana è il primo angelo
caduto all’inferno. Forse tutti potremmo essere l’angelo ribelle caduto
all’inferno e salvare il mondo. E forse se c’è uno che può farlo adesso sono
io”. A sentir parlare chi conosce un po’ di più la sua storia del cantante, lì si
potrebbe intravedere un chiaro invito al satanismo. Al di là di questo ci vedo
uno spot da merendine: l’angelo decaduto che salva il mondo. Alla fine fa,
infatti, un po’ piacere a tutti sentirsi dire: siamo tutti un po’ dannati.
Forse riconoscerci “un po’ decaduti” ci consola e ci fa accoccolare nelle
nostre fragilità e controsensi. Eppure lui dice di essere “uno in grado di
salvare il mondo”. Come? Come Lucifero? A Manson forse si dovrebbe ricordare,
ma credo che lo sappia benissimo, che Lucifero non è solo l’angelo decaduto,
rivoltatosi contro il Dio “cattivo”, ma l’omicida per eccellenza, il mentitore
per eccellenza, il divisore (dia-ballo), etc … salviamo il mondo così?
Ho voluto mettere sotto la lente
d’ingrandimento questi tre aspetti di questa tanto dibattuta intervista per un
solo motivo. Forse qualcuno leggendomi dirà: ma questa settimana dove vuole
arrivare? Che sta scrivendo?
Satanista o no (anche se riferimenti a satana
nella sua ambigua persona se ne trovano), angelo decaduto o meno, salvatore o
impostore, io ho avuto una chiara percezione guardando questa persona: si
tratta di “un povero diavolo” al quale è stata data, forse per timori anche
fondati, più attenzione del dovuto.
Un uomo che, come ha detto Bonolis, vuole
“disturbare ad ogni costo”, che vuole far parlare di sé, intercettando le
sofferenze e i disturbi di tanti ragazzi/e, ma che alla fine porta dentro di sé
drammi, ferite e sofferenze con le quali probabilmente non ha mai fatto i
conti. Un trasgressivo … infondo la trasgressione attira sempre. Del resto lo
stesso satanismo attira i più giovani proprio per il suo essere trasgressivo,
ambiguo, misterioso.
Ma il Manson andato in televisione qualche
giorno fa mi è sembrato un trasgressivo davvero triste. Un “povero diavolo”
insomma … un “povero diavolo” e, per citare un grande cantante italiano quale è
Riccardo Cocciante, “che pena mi fa”.
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