lunedì 16 marzo 2020

PRIMA GLI ITALIANI?

RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Il Prete e il Letterato"








Tesi:

Il prete: Negli ultimi mesi siamo stati abituati ad una campagna mediatica (definirla politica mi sembrerebbe troppo: la politica dovrebbe, infatti, proporre soluzioni, visioni e non slogan) riassumibile in questi termini: “Prima gli italiani”.
In un tempo di incertezze, giocare sulle paure diventa facile, appetibile, fruttuoso. Basta trovare un nemico: gli immigrati. In realtà dovremmo poter comprendere che l’immigrato più che un problema da risolvere è una risorsa da valorizzare. Chiaramente non parlo in termini economici anche se già molti italiani con le loro piccole imprese (destinate altrimenti al fallimento) hanno fatto i loro quattrini con la storia dei 35/45 euro al giorno. Essi sono una risorsa umana che ci spinge a comprendere il vero senso della globalizzazione dell’umanità nella quale non si può badare solo al proprio orticello. Sono una risorsa perché interrogano la nostra coscienza opulenta di chi per decenni ha fatto e continua a fare soldi in quei territori con la vendita delle armi, con la corruzione dei governi per estrarre dal sottosuolo ricchezze a basso prezzo e con lo sfruttamento di tante persone nelle fabbriche delocalizzate in quei territori poveri. Sono una risorsa perché quei poveri che oggi arrivano disperati qui dovrebbero insegnarci nuovamente a fare i conti, ma per davvero. 

Antitesi:

Il letterato: Prima gli italiani. Pur lungi dall’essere razzisti, è necessario, per noi italiani, tracciare una linea decisa fra chi appartiene alla schiera degli onesti cittadini che pagano le tasse e chi no. Chi è clandestino è contro la legge, e va espulso dal nostro paese. Occorre ricordare che non è contro l’immigrazione regolare che ci battiamo, bensì contro quella clandestina. È da questa infatti che dipendono la maggior parte delle stragi nel Mediterraneo: infatti, se impedissimo loro di partire, non morirebbero annegati. Inoltre, potremmo tranquillamente aiutarli a casa loro! Chi viene in Italia e scappa dalla guerra sarà accolto, chi viene qui per rubare, spacciare e aggredire i cittadini è un dovere che sia respinto.

Risposta: 

Il prete: Certamente l’immigrazione non può essere libera, senza regole, perché ciò non sarebbe negli interessi neppure delle persone accolte. Ed è evidente che la soluzione al problema dell’immigrazione è prendersi cura di questi fratelli sul proprio territorio, per esempio smettendo di vendere loro le armi, di prelevare le ricchezze del sottosuolo a prezzi irrisori, magari portando cultura, medicina e tanto altro. La questione di fondo, però, rimane quel “prima” che quasi ridonda di un razzismo nel senso pieno della parola, uomini e donne ad avere la priorità su altri. Fin quando ci saranno dei “prima” e dei “dopo” la civiltà sarà solo un miraggio. Interessante è che in economia questo “prima” non viene applicato, se non verso i più ricchi. Perché in fondo abbiamo voluto la globalizzazione delle ricchezze e l’assoluta privatizzazione delle difficoltà. Questo è disumano.



Don Giuseppe Fazio e Manuel Pugliese



*Entrambi gli autori sostengono la medesima tesi e la contrapposizione, in questo caso, è solo un artificio letterario





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