lunedì 23 marzo 2020

CARO FRATELLO MASSONE …


RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"







Caro fratello Massone, 

         sì, dico fratello, non già per virtù del fatto che anch’io, come te, faccia parte della tua setta di “illuminati”, ma facendo appello a quel Battesimo che probabilmente anche tu un giorno – portato in braccio da tua madre – ricevesti in Chiesa. Magari, tra i lettori, ci sarà qualcuno che non ha ricevuto il Battesimo e allora? No, non cambio la mia intestazione, perché in questo caso mi appellerei alla fratellanza che, per diritto naturale, esiste tra ogni uomo.

Caro fratello Massone, dunque, a te mi rivolgo ormai prossimo alle festività pasquali, in questo tempo di Quarantena, perché sento l’esigenza di rivolgermi a te apertamente. Troppe volte, come pastori, quando ci rivolgiamo a te lo facciamo per ricordarti un dato di fatto mai mutato: sei scomunicato, cioè sei fuori dalla comunione della Chiesa.

Troppo poco a te ci rivolgiamo mostrando un altro aspetto della Chiesa: la materna sofferenza per la tua lontananza da casa.

Allora, a te mi rivolgo, caro fratello massone, che tu sia agnostico, credente, praticante; che tu sia nascosto in club filantropico quali il Rotary, il Lions o altri; che tu stia tra le file della politica, del volontariato, della medicina o finanche della Chiesa, è proprio a te che mi voglio rivolgere.

Vorrei partire da una domanda. Stai tranquillo, non devi rispondere a me direttamente, ma alla tua coscienza, quella coscienza che, come ci ricordano i padri spirituali, è la voce di Dio nel nostro cuore. Dunque, voglio partire da una domanda: Perché entrasti tra le file della massoneria?

Sinceramente … fascino? Sete di potere? Voglia di fare carriera? Ti prego, non scuotere il capo superficialmente. Sii onesto con te stesso. Almeno pensaci un attimo. Non giustificarti, come forse hai fatto già tante volte la sera quando hai posto la testa sul cuscino, dicendo che in fondo fai tanta beneficienza. Questo lo insegnano al catechismo: un’opera con un fine buono può non essere caritatevole se ha secondi fini, se utilizza strumenti sbagliati, se ha conseguenze nefaste su altri.

Forse sei entrato nella massoneria soltanto per curiosità, magari invitato da un amico, guarda caso anche lui un professionista di un certo lignaggio. Ti prego se è il caso smentiscimi, ma non credo che nella tua loggia troverai mai agricoltori, spazzini, ambulanti o, forse, disoccupati. Sì, magari è stata solo curiosità e, forse forse, quando hai cominciato a vedere cappucci, riti di iniziazione segreti, libri neri, accenni al satanismo, hai iniziato a pensare di volerne uscire, ma non sai come fare, hai paura.

Scusami fratello massone, ma anche qui non essere frettoloso nella risposta, è noto che nella massoneria, soprattutto nei gradi superiori, è praticato il satanismo. Ci sono testimonianze, racconti filmati, testi trafugati, ecc … non vale la pena che ti impegni a dire che la tua loggia da questo punto di vista sia pulita. Probabilmente non ci crederesti neppure tu, salvo che ancora non sia così in alto da vedere alcune cose.

Forse, invece, può essere che sei entrato nella massoneria per realizzare un sogno di carriera: gente importante, circoli di amici di un certo tipo, zero problemi economici. Insomma una vita di un certo livello. E avrai pensato: così do un futuro ai miei figli, li sistemo, do dignità a mia moglie. E poi guarda: quante cene di beneficienza! Compriamo ambulanze, defibrillatori, aiutiamo gli ospedali e la ricerca sul cancro, ecc …

Beh … caro fratello massone, qualunque sia stata la tua motivazione, mi viene da chiederti, dal profondo del cuore: ma ne è valsa la pena? La sera, quando ti addormenti, se ancora sei abituato ad ascoltare la tua coscienza, riesci ad addormentarti in pace? Riesci ad addormentarti in pace sapendo che i posti di lavoro, la politica, finanche la mafia, dipendono dalle persone che stanno sopra di te?

Riesci a dormire sereno pensando che il figlio del tuo vicino di casa, molto più meritevole di tuo figlio, serve pizze a domicilio, perché il concorso l’ha vinto proprio tuo figlio che in giuria aveva un fratello massone a garantirlo?

Ecco … se non riesci a dormire in pace, parliamone. In fondo, quando il giorno della mia ordinazione il vescovo mi consacrò non mi disse che avrei dovuto parlare e ascoltare solo alcuni, ma queste bellissime parole che, ogni volta che affiorano alla mia memoria quasi mi commuovono:


Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conferma la tua vita al mistero della croce di Cristo.


Ed è proprio mentre celebravo la messa, qualche giorno fa, dopo aver letto una lettera di Padre Pio, che ho deciso di scriverti, caro fratello massone. Sì, perché quando celebro mi ricordo che Cristo è morto per tutti e, ricordandomi questo, mi sono ricordato anche di te.

In questa quarantena, dunque, fratello mio, ti auguro di fare Pasqua. Ti auguro di fare davvero l’esperienza del cieco nato di cui ieri la liturgia ci ha parlato. Cioè di poter ricevere la vera luce sulla vita, quella che solo può venire da Gesù Cristo che non è un asettico architetto, ma il Figlio unigenito del Padre che, morendo, ha voluto renderti degno di ricevere la sua stessa natura. 



Con fiducia nella tua intelligenza, ti saluto, come fratello chiamato ad essere Padre,


Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com




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