venerdì 16 aprile 2021

IL COVID: PALCOSCENICO DI POLITICANTI ALLO SBARAGLIO

RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"






Devo ammettere che mai come in questo periodo avverto un senso di fastidio nei confronti di quelli, sempre più, che si dicono politici, ma in realtà probabilmente non sanno scrivere neppure una lettera in italiano. 

Se fosse solo un problema di grammatica non sarebbe poi tanto male. Il famoso film di don Camillo, infatti, ci ha insegnato che si può essere sgrammaticati, però di fatto si può avere un cuore attaccato al bene, nonostante le proprie rozzezze; proprio come lo era il cuore del buon Peppone. La cosa che davvero è diventata insostenibile è tutta questa esternazione di solidarietà, di buon senso, di vicinanza alle vittime del covid, di appelli accorati ai commissari e alle strutture sanitarie a cui stiamo assistendo in queste ore sui social. 

Sembra che alcuni politicanti (mi scusino se non riesco a chiamarli politici) trasudino umanità; la stessa umanità che, però, li porta a non salutare alcuni perché non sono amici di merenda; un’umanità sensibile che li spinge ad ignorare chi non li ha votati, anche se realmente in difficoltà; a non pagare le prestazioni di persone che non hanno un cognome importante; ad offendere i loro rivali con parole e gesti che nemmeno i bambini delle scuole elementari; a privilegiare i soliti amici degli amici per non perdere quel po’ di consenso comprato a suon di raccomandazioni, favori e compromessi che verrebbe da rubare le parole a Dio: “Adamo, Adamo, dove sei?” 

Insomma, che sia Adamo, Eva, gentile o scontroso assistiamo ad una serie di fantocci che hanno fatto del populismo, del post sentimentale, del selfie o del messaggio di cordoglio a basso prezzo (ci sarebbe da domandare se, quando stavano male le persone per cui si spendono parole d’oro dopo il decesso, hanno sentito il bisogno urgente di fare una visita a casa o una telefonata) uno stile di politica. È davvero triste vedere che, mentre la gente muore (di covid o di fame) questi, senza ritegno, continuano a solcare la scena di un teatro impietoso in cerca di like, pacche sulle spalle o saluti compiacenti. Io non so se è condiviso quel che penso, ma … ci avete davvero stancato. 

Tornate ad imparare l’arte del silenzio contemplativo, quel silenzio nel quale può germinare una visione nuova della realtà e dell’emergenza. Piuttosto che lodare le associazioni, le caritas o i volontari, magari nelle tante mattinate che passate inutilmente a fotografarvi (mentre altri lavorano), mettetevi accanto ai volontari e lavorate con loro, offritegli aiuto concreto, sporcatevi per davvero le mani e non solo il tempo di un clic o di un applauso.

Sì … sì … lo so … adesso arriveranno i commenti (sempre alle spalle): “smetti di fare politica e pensa a dire la messa”. Saranno proprio quelli che si sentiranno colpiti a dirlo. Io, invece, non smetto, me lo impone quel vangelo che amo. Non smetto perché forse molti vorrebbero dirvi che avete stancato con questa melassa da fiera, ma non possono farlo. Non possono farlo perché hanno paura delle ritorsioni, di vedersi negato quel favore che dovrebbe essere un diritto, o magari temono per i loro figli … io, invece, siccome non ho nulla da perdere, ma proprio nulla, ve lo dico anche a nome loro: “ci avete proprio stancato … ma davvero tanto!” 



 Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com







Nessun commento:

Posta un commento