mercoledì 23 dicembre 2020

DIMENTICATI DI TE STESSO … E SARÀ UN NATALE MIGLIORE!

RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"





Carissimi,

 

            a poche ore dalla solennità del Natale, come consueto, voglio raggiungervi con queste poche righe per formularvi i miei più affettuosi auguri.

 

È stato un anno molto difficile nel quale siamo stati costretti a ritornare su noi stessi. Lo stare chiusi in casa, senza lavoro, senza gli impegni o gli hobby quotidiani, ci ha costretto a tornare sulle nostre povere vite. Siamo stati catapultati dentro la nostra intimità nella quale, forse, abbiamo trovato tanta luce, ma anche tanto buio.

 

Probabilmente abbiamo speso ore e ore ad analizzarci, a vagliare le nostre relazioni, il nostro stile di vita e con questo avevamo pensato che saremmo state persone migliori, ma alla fine, forse, siamo rimasti delusi. Sì, delusi anzitutto da noi stessi.

 

In un suo interessante scritto dal titolo Il cammino dell’uomo, Martin Buber scrive: All’uomo che non pensa a sé stesso si consegnano tutte le chiavi.

 

È un’affermazione strana che se da un lato rischia di essere banalizzata con un attivismo caritativo che non migliora di certo la condizione dell’uomo, dall’altro sorprende perché fin da bambini ci hanno sempre insegnato che bisogna pensare a sé stessi, al bene che dobbiamo fare e al male che non dovremmo fare, ai nostri progetti, senza guardare agli altri.

 

Eppure, in questa frase è contenuto il senso del Natale. Forse ne sarebbe sorpreso lo stesso Buber in quanto non cristiano, ma filosofo ebreo. Sì, in questa frase c’è il segreto di una buona relazione con Dio che ci è stata consegnata proprio Domenica scorsa nel racconto dell’Annunciazione. 

 

Di Maria, che è la donna più importante di tutta la storia della salvezza, non ci viene raccontato nulla: quali fossero le sue attività quotidiane, i suoi progetti, la sua discendenza, il suo pensiero. Non sappiamo nemmeno cosa stesse facendo quando l’Angelo la raggiunse. Il che è molto strano se pensiamo che sappiamo cosa Zaccaria stesse facendo mentre l’angelo gli annunciò la nascita di suo figlio, se pensiamo al fatto che finanche di Giuseppe sappiamo la discendenza e che era un falegname. 


Di Maria niente … perché di Maria sappiamo la cosa più importante: lei è concentrata non su quello che deve fare, ma su quello che Dio sta facendo per lei. Ed è per questo che quando prorompe nel canto del Magnificat può esclamare: Grandi cose ha fatto per me l’onnipotente!

 

Ecco … Natale, quel Natale che ogni anno, finanche quando imperversa la pandemia, rischiamo di sciupare con le cose da fare, da preparare, impacchettare, è una festa che, per essere vissuta, chiede ad ognuno di dimenticarsi di sé stesso per puntare gli occhi sul Dio con noi. Perché non è importante che noi ci ricordiamo di noi stessi, ma che Dio si ricordi di noi, come il ladrone chiede a Gesù sulla croce (cfr. Lc 23,42). Se Dio, infatti, ci porta nel suo cuore (ri-cordare) allora siamo davvero al sicuro!

 

Non è un caso che ad accogliere per primi il Bambinello siano i pastori che, come unico impegno, hanno quello di vigilare, e i re magi che hanno gli occhi puntati verso il cielo per scrutare, appunto, l’opera di Dio.

 

Il Bambinello conceda a ciascuno di noi questa bellezza: dimenticarci un po’ di noi stessi, del nostro egocentrismo, per aver gli occhi aperti alle meravigliose opere che Dio compie per ciascuno di noi. 

 

La storia ci ricorda, infatti, che gli avvenimenti che hanno per davvero cambiato le sorti dell’uomo sono stati compiuti da persone che si sono lasciate raggiungere dall’opera di Dio. 

 

Da Agostino di Ippona a Francesco d’Assisi, da Madre Teresa a Giovanni Paolo II, fino agli ultimi beati di questi mesi, come Carlo Acutis e l’annunciato Rosario Livatino, la nostra storia è illuminata da grandi smemorati “di se stesi” einnamorati dell’opera di Dio.

 

Buon Natale “smemorato” a tutti voi!




Don Giuseppe Fazio

gfazio92@gmail.com





Nessun commento:

Posta un commento