giovedì 19 dicembre 2019

AMANO LA CALABRIA, MA GLI SIAMO INDIFFERENTI

 RUBRICA DI OPINIONE


"Agorà: Piazza di discussione"



La Calabria, come tutto il Meridione, è l’asso nella manica di qualsiasi politico arrivato ai piani alti dei palazzi governativi romani. Se sei in campagna elettorale, infatti, non puoi non citare quanto sia bello il Sud, quanto vada rivalutato, quante bellezze riservi e quanti giovani in gamba formi ogni anno; il Meridione piace, e fa sempre comodo mostrarsi dalla parte di noi “terroni”. E la cosa più brutta è che ci si attacca all’amo anche facilmente, paralizzandoci a bocca aperta e facendoci applaudire al Robin Hood di turno, che casualmente esce dall’ombra qualche mese prima di eventuali elezioni future. E questo, “l’asso Sud”, non fa sconti neanche per le elezioni regionali del 26 gennaio 2020, tant’è che ci ritroviamo - e ritroveremo - senza alcun riscontro positivo. Per l’ennesima volta.
Le votazioni di gennaio, infatti, saranno forse le più confusionarie mai avute; per la Calabria, s’intende. Eh già, perché in regioni come l’Emilia Romagna si sta facendo campagna elettorale da mesi. Sfrecciano auto pubblicitarie come in “L’ora legale”di Ficarra e Picone, volantini nelle cassette della posta, trasmissioni tv, comizi a volontà, i maggiori partiti si sono riuniti a tavolino per presentare un loro candidato e… Noi? Per la punta dello Stivale sembra, invece, che i “giganti” non si siano neanche riuniti al bar del paese, forse avranno accennato qualcosa su WhatsApp, al massimo. Siamo a poco più di un mese di distanza e ancora non si presenta né un centrodestra né un centrosinistra realmente unito (anche se l’ultima sembra aver trovato un equilibrio), ancora non si ha una lista stabile e ufficiale a cui affidarci, bensì dei nomi che vagano un po’ solitari. Al momento troviamo la ricandidatura dell’attuale Presidente della Regione Mario Oliverio, in lista propria sul versante di sinistra. A fargli concorrenza, all’interno della stessa, sono Carlo Tansi(lista propria) e Filippo Callipo(d’altronde, in un periodo in cui emergono le “Sardine” il tonno non può rimanere in disparte) appoggiato dal Partito Democratico. Luigi Di Maio, dipendente ormai da Rousseau, concorre da solo candidando Francesco Aiello. A destra la situazione è più delicata. Prevale un Mario Occhiutoin lista propria, visto il mancato appoggio da parte dei nazionali che sembrerebbero puntare su Jole SantelliSergio Abramo(entrambi con l’ok di FI e appoggiati eventualmente dalla Lega), seguiti dalla candidata targata Meloni Wanda Ferro(FDI). Insomma, la situazione è abbastanza confusa. 
Ciò non può che denotare uno scarso interesse da parte dell’alta classe politica nei confronti della terra calabra, la quale viene mandata ancora più a fondo di quanto non lo sia già. La Calabria è vista solo come terra di mafia, comuni in dissesto, aziende fallite, di vagabondi, di sussidi alla povertà che rasentano la carità oltre che il ridicolo; la Calabria è unicamente patria di una giustizia che fa acqua da tutte le parti, che confonde Codice Civile con Codice Penale, di una sanità che non garantisce neanche un parto; è quella Regione che ogni anno deve avere un “piano di recupero” diverso, ma che finisce sempre negli ultimi cassetti di Palazzo Chigi, quelli impolverati dei quali probabilmente si è persa anche la chiave.
Dunque, evitate di prenderci in giro, evitate di proporre politiche di sviluppo quando non ufficializzate neanche i candidati per guidarle, evitate di interessarvi del Meridione, ma con una data di scadenza, perché la verità è una, una sola: la Calabria non è l’Emilia, come non è la Lombardia o il Piemonte, della Calabria non vi interessa e non vi è mai interessato nulla, se non per meri interessi elettorali. 


Aldo Maria Cupello
 aldocupello6@gmail.com




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