sabato 2 giugno 2018

POLITICA E COERENZA: FACCIAMOCI QUALCHE DOMANDA.

Rubrica di Attualità: Pensare fuori dalle righe. 


Chi segue questo blog sa benissimo che quasi mai tratto argomenti che riguardano la politica. Da consacrato, infatti, non è mio intento, e neppure mio compito, scrivere su questo o quel partito. Tuttavia ci sono dei casi, e quello che mostrerò a breve ne è uno, in cui è il Vangelo stesso che ci interpella riguardo alla questione politica nel senso più profondo del termine. Chi sostiene, infatti, che Politica e Vangelo siano due cose differenti ed inconciliabili dovrebbe, non solo rileggere il testo sacro, ma anche il Magistero ufficiale della Chiesa dell’ultimo secolo. Basti ricordare gli interventi di Paolo VI il quale, tra le altre cose, definì la Politica la più alta forma di carità, oppure quelli di Francesco che all’Azione Cattolica Italiana ha espressamente chiesto di formare uomini e donne capaci di impegnarsi in Politica, quella con la “P” maiuscola. 
Posta questa breve premessa, per evitare le più superficiali reazioni, vorrei semplicemente esporre una riflessione sul concetto di coerenzache purtroppo noi italiani abbiamo troppo facilmente messo da parte soprattutto nel campo della politica. Un tempo la coerenza era il minimo indispensabile richiesto perché si potesse sperare di essere candidati in un partito, adesso sembrerebbe il minimo dispensabile. Lo scenario politico delle ultime settimane, se ancora ce ne fosse stato bisogno, ce lo ha ampiamente dimostrato.
Facciamo alcuni esempi: Il 23 Maggio Di Maio sosteneva che i ministri li avrebbe dovuti scegliere il Presidente della Repubblica. Pochi giorni dopo, quando Mattarella pone il veto sulla candidatura di Savona al ministero dell’economia, lo stesso Di Maio sostiene che il Presidente abbia compiuto un atto non costituzionale (Mentiva il 23 Maggio?). Solo poche ore dopo (forse qualcuno gli avrà fatto notare la contraddizione) arriva a sostenere che il problema non fosse il veto, ma la motivazione data, manifestando la determinazione a procedere per l’Impeachment. Non passa neppure una settimana che l’impeachment sembra un brutto incubo, si torna a collaborare e formare un governo con un presidente della Repubblica che poche ore prima era stato definito irrispettoso della Costituzione e del volere dei cittadini cosa sulla quale non si poteva assolutamente transigere a qualunque costo. 
Un esempio ancora più datato, ma non troppo, è quello di Matteo Renzi, il quale aveva garantito che, se avesse perso il Referendum (ritengo che non ci sia cosa più squallida che politicizzare un referendum sulla costituzione), si sarebbe completamente ritirato dalla scena politica.  Più simpatico, si fa per dire, fu Matteo Salvini che prima entra in polemica con alcuni ecclesiastici, poi in campagna elettorale sventola il rosario per accaparrarsi i voti dei cattolici, come se bastasse avere un rosario in tasca per essere tali. 
Insomma … ce n’è per tutti i gusti. Posti questi esempi – lo ammetto – in modo del tutto sommario. Vorrei, questa settimana, condividere con voi una semplice domanda: Se questi personaggi continuano a governare lo scenario politico della nostra amata nazione, se si permettono questi cambi di idee senza nemmeno la preoccupazione di nascondere evidenti contraddizioni, non vuol dire forse che qualche responsabilità sarà anche nostra?
In questi giorni pensavo: l’unica cosa positiva di queste ultime settimane è stata che un po’ tutti gli italiani hanno iniziato ad interessarsi nuovamente alla politica. Allora forse è il caso – proprio ora – di cominciare a rivedere i parametri con i quali si vota. Magari sarebbe ora di smettere di votare “per protesta”, “per simpatia”, “per parentele”, “per ricambiare favori”. Sarebbe, forse, il caso di cominciare a votare sulla base dei programmi elettorali, della coerenza con le proprie idee, della trasparenza e della serietà dei candidati. 
Forse sono state un po’ dure le parole di Oettinger; un giudizio duro che da un uomo di tal livello nessuno si sarebbe aspettato, ma non possiamo non ammettere che un fondo di verità in quella frase si trova; o forse almeno una speranza. Sì, quella che tutto questo teatro al quale stiamo assistendo da diversi anni e che negli ultimi mesi ha assunto tinte di ridicolo, abbia insegnato a ciascuno di noi quanto è importante votare con coscienza, intelligenza e attenzione. Del resto dovremmo ricordare ogni volta prima di esprimere la nostra preferenza che, parafrasando una pericope del Vangelo di Luca, “chi è incoerente nel poco, lo è anche nel molto”.


Don Giuseppe Fazio




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