mercoledì 25 novembre 2020

#Questononèamore /Alcune domande che nessuno si pone.

RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"





Stiamo celebrando la XXI giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una giornata certamente importante a patto che sia una giornata di riflessione profonda, autentica ed intelligente che non si risolva con i soliti slogan, qualche selfie mentre si poggia un mazzo di fiori presso chissà quale simbolo del femminicidio, o qualche frase poetica postata sui propri profili social.

 

Onestamente, quando si celebrano queste giornate, il mio timore, sempre meno latente, è proprio che finisca in questo modo, come si dice dalle nostre parti, “a tarallucci e vino”. Tuttavia, e questo mi sembra importante dirlo, è giusto, durante il corso dell’anno, porre alcuni accenti. Per cui ben vengano queste celebrazioni.

 

Cogliendo la campagna di sensibilizzazione del mio comune di origine (Cetraro) allora vorrei, quindi, cogliere l’occasione per porre qualche domanda di fondo per dare un piccolo, ma forse utile, contributo alla riflessione di quanti avranno la pazienza di leggermi:

 

In primo luogo: com’è possibile che dal 1999, anno in cui viene istituita questa giornata, fino ad oggi, pur parlando in modo sempre più incisivo di “femminicidio” e di violenza sulle donne, i casi sono in continuo aumento?

 

Anche se abbiamo avuto il riconoscimento dei diritti delle donne, è stata (apparentemente) scardinata una mentalità maschilista, il ruolo delle donne è stato rivendicato anche in posizioni di comando e di prestigio, la violenza verso il gentil sesso continua a crescere. Questo mi sembra un dato da attenzionare.

 

Intanto si deve dire che il problema non è la violenza contro le donne, ma la violenza in genere. Settorializzando i tipi di violenza, senza accorgercene, mettiamo in campo delle discriminazioni al contrario inducendo, forse in modo involontario, il pensiero che alcune violenze siano meno gravi di altre. Niente di più falso.

 

In secondo luogo mi domando, e questo afferisce direttamente al problema posto in questione dalla giornata di oggi: è possibile che forse ci sono dei bacini che aumentano e fomentano la violenza sulle donne di cui nessuno prende atto e che, anzi, ciascuno utilizza tal volta con orgoglio, quasi fosse una cosa normale?

 

Mi riferisco, per esempio, alla pornografia. Come molti hanno dimostrato la pornografia è indirizzata principalmente agli uomini (cfr. gli studi della sessuologa atea Therese Hargot o di padre Raimondo Bardelli). Non è un caso che i registi e i produttori di pornografia siano principalmente uomini. Il fine è quello di sollecitare l’istinto ed il piacere e l’immaginazione umano (prevalentemente maschile), indirizzandolo e alterandolo, per trarne profitto. Anche qui è ben risaputo che la macchina della pornografia produce milioni e milioni di euro all’anno.

 

Ora … prendete un bambino che a 10 anni inizia a guardare pornografia (a quell’età sanno già usare internet da almeno quattro anni) e che si abitua ad approcciare la propria sessualità e la sessualità di una donna per trarne piacere incondizionato, metteteci l’incapacità dei genitori di educare alla possibilità di non soddisfare il proprio ego ed una società che sempre più ci dice “se ti piace è giusto che tu lo faccia” e poi domandatevi quale risultato probabilmente verrà fuori.

 

Diciamolo chiaramente: non sto dicendo che la pornografia sia la causa della violenza sulle donne, ma sto dicendo che questa abbia un ruolo principale nell’educazione (o diseducazione!!!) alla concezione della donna. Non si tratta più delle immagini hot a cui la commedia all’italiana ci ha abituato (anche se lì esisteva anche una buona dose di maschilismo). Esistono miglia di siti in cui le donne vengono pagate dagli utenti per sottomettersi ai loro desideri. Ancora una volta la domanda: come un ragazzo si approccerà alla propria fidanzata se per mesi o anni ha pagato ragazze che esaudivano le sue perversioni in modo accomodante? Avrà come metro di riferimento il principe azzurro? Sicuramente no.

 

Aggiungiamo un elemento: la pornografia ha in sé elementi di violenza. Nei film porno, che in quanto film sono evidentemente finzione, non sono presenti carezze, coccole, gesti di tenerezza, ma pura istintualità volta al piacere che chiede, per se stesso, una emulazione. Per altro esistono categorie di porno che inneggiano esplicitamente alla sottomissione.

 

C’è un’altra aggravante poi che spesso viene sottovalutata: dai 10 a 16 anni, non solo termina il processo di formazione della propria identità, ma non ci si rende pienamente conto di quello che si assorbe. Per cui a 20-25 anni ci si può ritrovare con un bagaglio di violenza e di superficialità di cui la prima vittima è la persona in questione. 

 

Chiaro: non trasformiamo il carnefice in vittima, ma se vogliamo andare al fondo delle questioni queste riflessioni sono obbligatorie!

 

Purtroppo, di questo aspetto non ne parlano i politici e le associazioni, troppo poco ne parla la Chiesa e la scuola quando lo fa, lo fa in maniera spesso approssimativa e, talvolta, distruttiva. Perché? Perché purtroppo la pornografia è qualcosa che oggi è ritenuta normale, bella ed utile, magari ad alimentare e colorare la vita sessuale di coppia, ma #questononèamore.

 

Eliminare un problema, come la violenza sulle donne, vuol dire impegnarsi a ricercarne tutte le cause. Bisognerebbe incentivare questa attenzione che certamente richiede studio, sforzo, riflessione, messa in discussione. Senza la ricerca delle cause, infatti, la commemorazione è solo teatro. E di teatranti purtroppo … ce ne sono tanti!

 




Don Giuseppe Fazio

gfazio92@gmail.com







1 commento:

  1. Interessante e delicato.credo però che la diffusione del pornografia non abbia fatto altro che amplificare tendenze già presenti e di cui abbiamo notizia nella letteratura e nell' arte. Senza sottovalutare il problema credo che il nodo stia da un' altra parte, cioè nella ostilità piuttosto che nella conflittualità costruttiva. In termini biblici la donna è creata perché stia davanti all' uomo, cioè attraverso una differenza di genere innegabile, costruisca il mondo insieme a lui. Quando questa differenza diventa contrasto insanabile, lotta tra gladiatori, allora lo scontro prevede che il più debole soccombe. L' origine sta lì e compito degli educatori è aiutare i ragazzi a recuperare un rapporto costruttivo tra i sessi.

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