sabato 10 agosto 2019

SIAMO CON I PIEDI NELLE FECI

 RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"





Carissimi, 


               che il cristianesimo in Europa, sempre più, stia diventando una minoranza non è una novità. Quando parlo di cristianesimo evidentemente non parlo di chi sventola rosari per convenienza o di chi si identifica in quelle frasi del tipo "sono credente, ma non praticante", più atte ad autogiustificarsi che ad altro, bensì di chi fa del Cristo il modello di vita quotidiana. 

Questa non è, dunque, una novità. Risulta nuovo e, a mio modesto avviso, anche allarmante il clima di intolleranza e di violenza che va via via manifestandosi nei confronti di Chiese, Associazioni Cattoliche, Istituti religiosi, ecc ... 

Potrei citare le minacce dell'ISIS, le attività delle sette sataniche (realtà troppo poco prese sul serio), l'ostica avversione di alcuni ambienti LGBT che spesso, con la scusa della tolleranza diventano pressoché intolleranti e violenti o anche l'attività silenziosa, ma forte e presente ovunque, della Massoneria, ma non lo farò. 

Voglio rifarmi, invece, ad un gesto avvenuto in una piccola cittadina della mia diocesi: Acquappesa (Cs). Qualche giorno fa il parroco, il carissimo don Giacomo, al quale esprimo la mia più sincera vicinanza fraterna, ha trovato sperse nella sua chiesa parrocchiale delle feci. 

Non parliamo, dunque, di una città popolata da immigrati, musulmani o chissà cosa, ma una cittadina che in questo periodo per altro è ricca di turisti che godono del nostro bellissimo mare. 

Onestamente questo gesto mi preoccupa non poco. Perché? Fino a pochi anni fa un gesto del genere non era neppure immaginabile in Italia, ma soprattutto nel sud della nostra penisola. La chiesa, infatti, nonostante tutto è sempre rimasto un punto di riferimento e, quand'anche qualche sacerdote non abbia riscosso grandi simpatie (non è il caso di don Giacomo), gli edifici religiosi son sempre stati oggetto di grande rispetto da parte di ogni singolo cittadino. 

Qualcuno ha detto: "Forse una bravata da ragazzi". Se così fosse, non credo proprio che la questione sia meno allarmante. Da ragazzi, infatti, tutti abbiamo fatto delle bravate e, forse, anche piuttosto sciocche, ma credo che mai ci sarebbe passato per la testa di colpire un luogo in cui la comunità si ritrova perché in quel luogo sempre e di nuovo riscopre la propria identità di popolo, come quello di Acquappesa, fortemente devoto alla Madonna del Rifugio. Perché la storia di questo popolo, popolo di gente semplice, accogliente, come come quella di tanti altri paesi, è intrisa e segnata dalla pietà popolare.

Ecco ... la questione qui non è più essere credenti o non credenti, ma rispettosi, consapevoli della propria storia e della propria identità. 

Io, non lo nascondo, ho paura. Ho paura di questo clima di intolleranza, di violenza, di superficialità spesso troppo alimentato da una politica miope e populista. Ho paura ... perché se neppure il pubblico è rispettato, è proprio vero .... siamo nelle feci, e con tutti e due i piedi.

Spero vivamente che, prima o poi, questa puzza diventi così insopportabile sì da spingerci ad una sana pulizia, prima che del corpo, degli occhi del cuore. 



Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com






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