martedì 16 aprile 2019

FUOCO CHE DISTRUGGE O PURIFICA?


RUBRICA DI ATTUALITÀ
"Pensare fuori dalle Righe"



Le immagini che sono andate in onda ieri sera hanno colpito il cuore di ciascuno di noi. Infatti, vedere bruciare la cattedrale di Notre Dame, resa nota dal celebre testo di Victor Hugo del 1831, ha un po’ ferito il cuore di ciascuno di noi, come giustamente ha anche detto il Presidente Conte. Quella Cattedrale, infatti, non solo è uno dei simboli della cultura europea, quella feconda, capace di generare bellezza, ma anche un significativo monumento della nostra cristianità nella quale, che piaccia o meno, la nostra Europa affonda le sue radici. 

Mentre quelle immagini scorrevano, rimandandomi al triste giorno dell’11 Settembre 2001 che s’impressero nella mia memoria di bambino, e mentre già si rincorrevano le ipotesi di incendio doloso, di attentato, di fatto premonitore, nel mio cuore sorgeva una riflessione. 

Cosa potrà voler dire questo capolavoro di arte e storia che brucia? Certamente non è un bruciare che produce incenso, ma una densa nube di fumo che tutto avvolge e stritola, finanche la famosa guglia che, crollando, non ha resistito. Senza voler essere apocalittici, a me sembra che questo fuoco somiglia un po’ al cristianesimo che la Nostra Europa vive adesso: apparente, superficiale, di facciata che però è destinato a bruciare e a produrre fumo, senza arrosto. 

Il cristianesimo delle grandi cattedrali, frutto della pietà e della religiosità di un popolo – questo lo dobbiamo ricordare! – sembra ormai svanito sotto le ceneri di grandi incendi che hanno mostrato – è quanto mai evidente, che piaccia o no l’ultima riflessione di Benedetto XVI – una società senza Dio.

Improvvisamente, però, questo evento drammatico ha anche mostrato altre immagini, di un altro fuoco: tanta gente si è radunata dinanzi a quello spettacolo terribile per pregare. È stato come un sussulto poter vedere quella folla che, quasi come richiamata, si rivolgeva alla “Notre Dame”, alla Nostra Signora, Maria Santissima. Con un po’ di commozione questa volta nel mio cuore si è composta un’altra immagine, quella che ci consegna il Libro della Genesi: il Roveto ardente. Un altro fuoco che brucia, ma non consuma. Un fuoco che custodisce la bellezza dell’incontro con Dio, origine e sorgente di ogni altra bellezza, che, a sua volta, rimanda ad un altro fuoco: quello dell’amore di Dio appeso ad una croce che consuma il Figlio, ma non lo annienta, anzi lo glorifica. 

Allora vorrei, attraverso queste poche righe, formulare a tutti voi, che con pazienza e costanza leggete questo blog, i miei più “calorosi” auguri per una Santa Pasqua. 

Vi auguro di poter passare con più profondità dal fuoco dell’apparenza che genera solo fumo e distruzione al fuoco della profondità e della spiritualità che il Padre ci consegna, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo. 
Auguro a ciascuno di voi, delle vostre famiglie, che nei vostri cuori bruci, nella notte santissima di Pasqua, la fiamma del cero pasquale che, ancora una volta anche quest’anno, accenderemo nella Solenne Veglia; fiamma che illumina e purifica, fiamma che santifica e custodisce. 

Ammettiamolo: abbiamo bisogno di essere purificati nel profondo per scoprire l’autentico senso della nostra vita che non è un teatro fatto di gesti e di apparenze, ma il bellissimo dramma della relazione con il Padre che mai si stanca di cercarci e, attraverso il Figlio che muore per noi, ci rincorre, ci raggiunge e ci fortifica con il dono dello Spirito Santo, fuoco sempre bello, che sempre rinnova lo straordinario miracolo della creazione.  


Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com





Nessun commento:

Posta un commento