domenica 10 febbraio 2019

UNA DONNA CHE ABORTISCE È UNA DONNA INGANNATA

RUBRICA DI ATTUALITÀ

"Pensare fuori dalle Righe"



Da diverse settimane fa discutere la legge approvata a New York secondo la quale abortire, anche il giorno prima del parto, sarebbe lecito.
Dopo l’ennesima Domenica ricca della Grazia di Dio, di tanti incontri, sorrisi, domande, paure raccolte nel difficile, ma straordinariamente bello, ministero della Confessione, leggo ancora un articolo che commenta questa barbarie firmata U.S.A.: pare – non so se sia vero – che diversi bambini, visto lo stato avanzato della gravidanza, vengano estratti vivi dal grembo della madre e poi uccisi. Mentre leggo questa notizia, purtroppo, mi accorgo che non so più sorprendermi. Provo solo tanto dispiacere.
Alcune ore dopo prendo a leggere, per distrarmi, un libro: “Siamo nati e non moriremo più”. È la storia di Chiara Corbella, una donna straordinaria. Tre gravidanze portate avanti. Due con figli malformati e con la consapevolezza che i due piccoli sarebbero morti dopo poche ore. La terza, poi finalmente con il bimbo sano, ma con l’amara scoperta che ad essere malata questa volta – di tumore – era proprio la mamma. Una donna straordinariamente forte che non si cura per far nascere il proprio gioiello. 

Ecco … mentre leggo questo libro trovo parole illuminanti: 

“Padre Vito ha raccontato che il demonio confonde, mette in testa alle persone la convinzione che i figlio sono nemici, che un figlio ti toglie la vita, che un figlio ti impedisce certi risvolti esistenziali, certe opportunità lavorative, certe soluzioni affettive. […] Una donna che abortisce è una donna che è stata ingannata. Nessun figlio le ruberà la vita […]. Alla base della decisione di abortire c’è una menzogna tanto più forte ed efficace quanto più nascosta ed inespressa. La menzogna dell’alternativa”. 

Queste parole sono state per me come un faro acceso all’improvviso. Mi son detto: ma se l’uomo e la donna per natura possiedono l’istinto alla sopravvivenza; se per natura sono attaccati alla vita; se per natura possiedono l’istinto alla riproduzione, alla conservazione della specie; se per natura sono fatti per amare … allora se scelgono l’aborto è solo perché nei loro cuori è stata piantata una menzogna.

Sì … non solo la menzogna che quell’ammasso di cellule non sia vita, ma anche la menzogna che quel bambino nascente sia un peso, un problema, un ingombro, che sia, forse, soltanto il segno incancellabile di una violenza subita. Una menzogna brutta, violenta che nega la bellezza di quel bambino. Una menzogna che vuole nascondere l’occasione di amare, di arricchimento, di crescita, di scoperta che una vita nuova offre ai genitori che l’accolgono.

Un uomo e una donna che scelgono l’aborto sono due persone frodate della cosa più bella che si possa desiderare umanamente: essere genitori. Sono frodati per ben due volte: non avranno più quel bambino specifico – forse altri, ma non quello. In secondo luogo, quando nel loro cuore sorgerà la consapevolezza di quell’atto, avranno a che fare con ferite e dolori davvero difficili a rimarginarsi. 

Questo non lo dicono i giornali, non lo dicono i sinistrosi, non lo dicono i medici (almeno non tutti). Lo può dire chi c’è passato e noi preti. Sì, noi preti che accompagniamo quelle donne e quegli uomini frodati che saggiano il senso di una disperazione davvero fitta. 
Che fregatura: ci stanno ingannando e pensiamo sia una conquista. 




Don Giuseppe Fazio






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