giovedì 4 luglio 2019

LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO?

RUBRICA DI ATTUALITÀ


"Pensare fuori dalle Righe"



Qualche settimana fa mi sono ritrovato a gustare la bellezza dell’infiorata che, ormai da diversi anni, nel mio paese (Cetraro) viene allestita in occasione della solenne processione del Corpus Domini. Una manifestazione di fede e servizio che ormai è quasi diventato un appuntamento “tradizionale”. Un’occasione di confronto, di incontro tra diverse generazioni, di servizio, di testimonianza della propria fede. Una ricchezza da coltivare, dunque, e non lo dico che perché mia madre è tra le organizzatrici. Chi mi conosce sa quanto sappia essere critico verso di lei, tal volta troppo, ma, anche se prete, rimango figlio e i figli, si sa, son sempre critici verso i propri genitori. 

Mentre gustavo il lavoro degli infioratori ed il loro eccellente risultato una signora, commentando l’iniziativa, mi ha detto: “Don Giusè, la bellezza salverà il mondo!”

La frase, com’è noto, è del grande Dostojesvkij. Egli in “l’idiota” la mette in bocca al principe Miškin. Una frase celebre, usata e abusata, al di là dell’uso che la signora ne facesse in quel preciso contesto. Ormai diversi decenni fa si lamentava in merito J. Ratzinger affermando che tutti citano questa frase, ma quasi nessuno si ricorda di dire che per lo scrittore russo quella bellezza è Gesù Cristo. Non le nostre opere, le nostre intelligenze, le nostre opinioni o progetti, ma il Cristo e ciò che Lui ci ha insegnato: “chi di voi vuol essere il primo sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per essere servito, ma per servire” (Mc 10, 44-45). 

Ecco … questa è la bellezza che salverà il mondo perché dove due o tre vivono questa forma di carità realmente la città dell’uomo diventa casa di Dio e nella casa di Dio non c’è spazio per l’odio, l’arroganza, la superbia, l’egosimo, ecc … per questo tale bellezza è gravida di salvezza.

La bellezza – questa bellezza -, dunque, non chiede di essere di essere difesa, salvata, incentivata, bensì accolta e vissuta. Davvero ritornare dopo anni di assenza forzata (dagli impegni) a questa infiorata è stato per me occasione di riflessione: in fondo è tutta la vita che va così. 

C’è chi come gli infioratori accoglie questa bellezza e la mette al servizio della collettività (associazioni, parrocchie, giovani, adulti, semplici cittadini); c’è chi, dal parroco che offre il pranzo, al semplice cittadino che offre da bere, accoglie questa bellezza interiorizzandola; c’è chi viene da lontano per contemplarla, per lasciarsi interrogare da quei colori che compongono il volto della madre di Dio, le scene dei miracoli eucaristici, ecc … per tornare a casa un po’ convertito, commosso, toccato.

E poi dall’altro lato c’è chi ignora, critica, stigmatizza da lontano senza sporcarsi le mani. Chi pretende che le strade siano immediatamente pulite perché altrimenti guai se poi un po’ di polvere entra nel proprio negozio il giorno dopo. Perché sì, la bellezza scomoda anche, infastidisce chi è abituato al brutto. 

La bellezza è complessa perché per uno che l’accoglie ce ne sono altri dieci che non riescono ad andare in fondo. Perché per accogliere la bellezza disarmante del Cristo non basta un applauso, un post su facebook o una pacca sulla spalla, è necessario interrogarsi, domandarsi seriamente: e io? Dinanzi a ciò come mi comporto? Davvero nella mia quotidianità accolgo la bellezza del Cristo che mostra la sua grandezza nel lavare i piedi ai suoi discepoli senza escludere Giuda che lo tradirà o Pietro che lo rinnegherà?

Io volevo ringraziare i miei concittadini perché, accogliendo la processione del Corpus Domini in Chiesa, davvero mi sono sentito un po’ messo in crisi dalla loro bella testimonianza. A loro sento di rinnovare l’invito fatto al mattino durante la celebrazione eucaristica: che questo servizio sia segno della conversione con la quale ogni giorno possiamo e dobbiamo rendere più bello il nostro paese, la nostra Calabria, la nostra Italia. 



Don Giuseppe Fazio
gfazio92@gmail.com






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