sabato 1 settembre 2018

NE ABBIAMO LE TASCHE PIENE ...


Rubrica di Attualità: Pensare fuori dalle righe.




Mi scuserete se questa volta il mio s-ragionare urterà la vostra sensibilità non per i contenuti, ma per la banalità del discorso. Se leggendomi vi sentirete urtati per le ovvietà che sto per elencare, abbiate pazienza, mi sento così confuso. 

Partiamo dalle parole che sono mesi che sento dire: “Questi qui (i nostri fratelli immigrati) li accolga la Chiesa se proprio ci tiene all’accoglienza”. Che queste parole siano frutto di ignoranza e di superficialità basterebbe poco per dimostrarlo. Per esempio si potrebbero contare le cooperative nate in seno alle parrocchie o alle associazioni cattoliche per mostrare che l’accoglienza la Chiesa non la fa a parole, ma la vive. Si potrebbe vedere il lavoro svolto dalla Caritas (nazionale e diocesana) negli ultimi anni e non solo economicamente, ma anche e soprattutto umanamente, ma andiamo oltre …

È di questi giorni la notizia che la Conferenza Episcopale Italiana ha deciso di accogliere 100 immigrati che sono stati sistemati, proprio in queste ore, presso una struttura della stessa conferenza sita in Rocca di Papa. All’arrivo degli ospiti sembrava di vedere una scena dell’esodo: Un mare di persone diviso a destra e a sinistra, mentre in mezzo transitavano i due pullman. 
Da un lato degli uomini e delle donne che, come me, ritengono ovvio dare il benvenuto a persone che hanno sofferto l’inimmaginabile. Ho ancora impressi negli occhi i volti di alcuni immigrati minorenni che, qualche settimana fa, ho potuto incontrare insieme ai ragazzi scout del clan con il quale ho condiviso la strada quest’anno. Sono dell’idea che alcune cose un conto è sentirle in televisione, altro è sentirsele raccontare dai diretti interessati, incrociando i loro sguardi segnati dalla sofferenza, ma non inquinati dall’odio; quell’odio che, invece, tante volte gratuitamente dispensiamo noi. 
Dall’altro lato – scusatemi il francese – una manica di ignoranti neo fascisti. Ora qui il punto non è: accoglienza sì, accoglienza no. Non si tratta nemmeno del diritto di dissentire pubblicamente, il quale è sancito e garantito dalla nostra costituzione. 

La questione è un’altra. Sto per consegnarvi una grande perla di saggezza frutto di tante riflessioni e di tanto studio: a casa mia faccio entrare chi voglio. 
Eh si … e va bene fin quando: “con i soldi comuni prima gli italiani” (tolleriamo l’ignoranza di chi non sa che con quei famosi soldi per gli immigrati abbiamo salvato piccoli hotel destinati a chiudere, abbiamo assunto giovani psicologi, assistenti sociali, operatori, e altri professionisti che diversamente a quest’ora sarebbero ancora disoccupati); può essere comprensibile anche: “ho paura perché poi se vivono in mezzo alla strada chissà che vita fanno e che combinano” (anche qui tolleriamo l’ignoranza di chi non si rende conto che i reati peggiori li combinano gli italiani, ma di quelli non si deve avere paura, anzi meglio se sono amici così mi fanno qualche favore). Il punto è che qui si arriva a dire alla C.E.I. che non deve accogliere nelle sue strutture degli immigrati. Questo mi pare un po’ troppo! 

Come mi pare troppo e troppo evidente l’odio che sta generando questa politica cieca e populista. Gruppi estremisti che alzano la testa, che inneggiano “alla propria razza”. Il clima mi sembra proprio quello studiato sui libri di storia, quello che anticipò la seconda guerra mondiale. 

Scusatemi per l’ovvietà – lo ripeto – ma davvero ne abbiamo le tasche (e non solo le tasche) piene dell’ignoranza di molti e dell’arroganza di taluni che si atteggiano a ministri, ma che di “ministero” forse non hanno la ben che minima idea. Perché il servizio si svolge anzitutto nell’umiltà. E, Forse, sarebbe ora che la nostra politica, come i nostri ragionamenti, dovrebbero recuperare questa virtù da troppo tempo messa da parte! 



Don Giuseppe Fazio




Nessun commento:

Posta un commento